gennaio 13, 2015

Io sono Charlie, una persona normale

Non c'entra la libertà di espressione, nè il coraggio delle proprie idee.
Non è un caso di censura, o di discriminazione.
E' una roba un po' più grave: tecnicamente la chiamano "strage".

 La strage non ha nessun motivo, nessun nesso di causa ed effetto e non dobbiamo mai provare a dargliene uno.
Chi muore in una strage non era mai pienamente consapevole, o per niente consapevole, del pericolo che correva.
 Non era un eroe, non è un martire. Era una persona. Che faceva cose normali.

 Newyorkesi che lavoravano nelle torri gemelle.
 Bambini nella scuola di Peshawar in Pakistan. 
Clienti di un supermercato Kosher di Parigi.
 Disegnatori, correttori di bozze, poliziotti di Charlie Ebdo.

Io sono Charlie vuol dire "io sono una persona normale".

 Io sono Charlie vuol dire, mio caro nazi-estremista-fanatico-psicopatico, che come tuo nemico hai scelto l'umanità, il 99,99% della popolazione umana, quella che semplicemente non è nazi-estremista-fanatico-psicopatica.

 Io sono Carlie DEVE voler dire "io sono contro la guerra".
 Le persone normali non inventano motivazioni per fare la guerra, per armarsi, per uccidere.
 Le persone normali sanno lottare e difendersi, ma non hanno mai bisogno che qualcuno dica loro come e da chi.