gennaio 29, 2010

Only the strong survive

Solo i forti sopravvivono, questo è il titolo dell'illustrazione di Jerico Santander che La Redazione, all'unanimità, ha scelto come copertina di questo numero.
I cricetopensieri che si sfidano nel cervello ci sono sembrati subito perfetti per rappresentare la minuscola e feroce guerra privata che ha scosso gli intellettuali italiani in questi primi giorni dell'anno, argomento (con sorpresa finale degna dei Giorni dell'Euchessina) del puntuale articolo di Vera C :
Oggi vi parlo della grande polemica letteraria scatenatasi in Italia sull'opportunità, per un autore di sinistra, di scrivere su un giornale di destra. Prima però una breve spiegazione per chi non sapesse cos'è una polemica letteraria:
trattasi di una litigata che dura una settimana. La domenica, uno scrittore attacca con delle critiche feroci un altro scrittore, rivolgendosi in genere direttamente al suo interlocutore, ma preferendo inspiegabilmente inviare la sua lettera ad un quotidiano nazionale. Lo scrittore attaccato risponde per le rime e per dotte citazioni il lunedì, su un altro giornale, mentre martedì, il critico letterario,
prende spunto dalla polemica per fare un discorso più generale, sulla società e sulla letteratura, dalle colonne di un terzo giornale, o magari in una colta trasmissione radiofonica (colte trasmissioni televisive, in Italia, non esitono). Se la polemica arriva a questo stadio vuol dire che ha avuto successo (la polemica),e può ambire al massimo livello possibile: “il dibattito/duello tra i contendenti”! Di solito è fissato per il giovedì, in una libreria, o in un teatro, aperti al pubblico, nel senso al pubblico di una polemica letteraria, cioè a nessuno (escluso qualche impiegato delle case editrici dei due scrittori e degli altri inviatati al dibattito, oltre ai mitici giornalisti delle pagine culturali). Il mercoledì che precede il duello, trafiletti scritti con toni epici annunciano la sfida su tutti i quotidiani, esclusi quelli che si ritengono più autorevoli, che invece preferscono un articolo del loro giornalista più illuminato, il corsivista-vicedirettore-bipartisan, in cui si usano fiumi di parole per criticare i fiumi di parole usati per alimentare la polemica letteraria, sprecando tempo a ironizzare con sagacia sul tempo sprecato a parlarne. Il Venerdì si potrà leggere la cronaca del dibattito/scontro sulle pagine di cultura dei quotidiani , che ci dimostrerà come il giornalista abbia preso nota del nome dei partecipanti e si sia poi andato a prendere qualcosa al bar (in genere la polemica letteraria non prevede buffet). Sabato è già tutto finito. Domenica, chiunque abbia partecipato direttamente o indirettamente alla discussione, ne ha cancellato dalla memoria ogni particolare.

Facciamo un quiz per capire quanto vi abbia segnato quest'ultima polemica, quella tra Nori e Cortellessa, esauritasi da circa 15 giorni:
1- Chi ha mai sentito parlare di Andrea Cortellessa (lo sfidante) e di Paolo Nori (lo sfidato) ?
2- Chi si è interrogato sull'opportunità, per un autore anarchico, di scrivere su LIBERO (il tema)?
3- Chi ha letto i numerosi articoli che hanno alimentato la polemica sul Corrirere della Sera, La Stampa, La Repubblica, Il Riformista, Nazione Indiana, Libero o il Giornale?
4- Chi è andato al dibattito alla libreria Giufà di Roma (ah, ah ,Ah!) ?

Ora, dopo aver risposto tre
“io no” e un “ ah, ah, Ah!”(suggerito),Vi starete chiedendo : Ma allora perchè cavolo Vera ci parla di questa storia? Ve lo state chiedendo? Vi rispondo lo stesso. Perchè comunque mi fa piacere citare Paolo Nori, che è uno scrittore che IGDE segue da sempre (nei Following, "l'accalappiacani", è la sua rivista letteraria). Ma anche, soprattutto, per pura vanità. Perchè La polemica, prima di tutti quanti, l'ha lanciata La Redazione, (futura attualità, mica scherziamo), ma non era affatto letterraria, era un sempicissimo scambio privato di e-mail. Ora che si è scomodato anche Il Corriere della Sera mi permetto,ci permettiamo (Nori perdonaci), di ripubblicare la famosa e-mail della scandalo!.... :

G
entile Nori,
venerdì 6 novembre mi è capitato di ascoltare alla radio la lettura di una recensione all'ultimo libro di Ammaniti, "Che la festa cominci".
Una vera stroncatura, che nel mettere a confronto Il libro recensito con quello di un autore finlandese, analizza in particolare il tipo di metafore usate dai due Autori, citando e distruggendo le metafore di Ammaniti, citando e "promuovendo" quelle del finlandese.

Mi piace lo stile dell'articolo, ma ascoltando per la prima volta le metafore citate (non ho mai letto Ammaniti..) a me non sembrano tanto male, e apprendendo che l'articolo è apparso su Libero, un giornale di destra, mi sento ancora più autorizzato a dissentire dal giudizio.

Però mi è rimasta la curiosità di scoprire il nome del finlandese, perchè neanche le sue metafore mi sembravano male, e poi vorrei rileggermi con calma l'articolo,quindi vado su Google e cerco "ammaniti metafore finlandese".
Il primo (!) risultato in elenco è un link al file che le metto in allegato(qui).

E' proprio l'articolo che ho ascoltato alla radio,così scopro che il finlandese si chiama Hotakainen, che l'articolo l'ha scritto lei signor Nori ("ma io lo conosco! E lo ammiro molto, il geniale direttore dell'accalappiacani!"), ma la cosa curiosa è che è uscito nel 2006 sul Manifesto e non adesso su Libero. L'articolo del Manifesto è diverso da quello che ho sentito alla radio solo nelle citazioni delle metafore: sono citati dei brani completamente diversi. Questo probabilmente perchè nel 2006 Ammaniti e Hotakainen ancora non avevano scritto i loro libri usciti e recensiti da Nori nel 2009.
Così scorro la pagina del blog PaoloNori.it e leggo l'ultimo post pubblicato :
"Copio qua sotto una recensione al nuovo romanzo di Ammaniti pubblicata ieri su Libero. È un po' lunga". Quindi trattasi di articolo riciclato.
E quindi emergono, come radici di ippoccastani che spaccano il brullo terreno al chiaro di luna, una serie di domande che mi urge porgerle:
Si può giudicare male un articolo di Libero (solo perchè è di un giornale di destra) se è già apparso sul Manifesto?
Si può desiderare di acquistare un romanzo leggendo una recensione che lo stronca, o è solo il desiderio di contraddire una recensione di Libero?
Si può stroncare un romanzo con le stesso articolo con cui si è stroncato un altro romanzo?
Si può scrivere una e-mail polemica così lunga da meritare come risposta solo una epigrafica parolaccia, ad un artista per cui si nutre grande stima ?
E soprattutto : si può credere davvero che a qualcuno possa riuscire difficile immaginare "un uomo che crolla come un grattacielo a cui hanno minato le fondamenta", mentre conosce bene "i pugni che crescono alla velocità dei pini"?
Con stima ,
La Redazione

Risponde Nori


Buongiorno . I due articoli, come avrà visto, non sono uguali,sono simili, e riguardano 4 romanzi diversi (io non ho paura e Che la festa cominci di Ammaniti; Colpi al cuore e Via della Tincea di Hotakainen). 3 anni fa erano usciti quasi insieme i primi due,quest'anno sono usciti quasi insieme gli altri due. Per me il fatto che le cose siano sostanzialmente uguali a distanza di 3 anni, non è
un difetto, sa, ma una cosa che mi sorprende e mi piace. Lei, se le piacciono gli uomini che crollano come i grattacieli a cui hanno minato le fondamenta, fa benissimo a leggere Ammaniti. Del resto l'ho letto anch'io, che preferisco i pugni che crescono alla velocità dei pini.
Grazie della mail, stia bene
P


L'ultima puntata di questa insensata telenovela che io, Lou E Vera abbiamo voluto insensatamente raccontare fino alla fine(riguardo la pila di parole scritte sopra questa riga e penso sinceramente che abbiamo perso la testa),è scritta sul libro di Hotakainen che l'altro ieri ci siamo comprati, sulla seconda di copertina:
POSTAFAZIONE DI PAOLO NORI ! ! !

gennaio 20, 2010

RI USO

Usa e getta. Il concetto fondante del nostro moderno mondo fondente. In principio erano le lamette da barba e i fazzoletti di carta, ora è il televisore (hai ancora il modello dell'anno scorso?!), la macchina, il corpo (hai le stesse tette da una vita, è ora di rifartele!), e ancora più in profondità, in fondo al cumulo di rifiuti, i nostri desideri di plastica, l'enorme scatola di tutto quello che abbiamo creduto di volere nella nostra vita.
Ci stavamo quasi abituando, Ci avevano quasi convinto che per migliorare il mondo, per uscire dalla crisi fosse indispensabile ricominciare a usare (poco) e a gettare tanto. E ricomprare di più. Ma rimaneva una profonda insoddisfazione. Non che avessimo voglia di fare la rivoluzione. Siamo pigri! Il fatto è' che se stai male ti metti a cercare un modo per stare meglio, pure se sei pigro, e allora abbiamo fatto quello che fanno tutti, quando cercano un rimedio ai propri guai: abbiamo aperto Google. La gigante finestra sul mondo, come al solito non ci ha deluso.
Il nostro Lou Criciet, che abbiamo inviato per voi nella websfera, è tornato con questi incoraggianti risultati :

Ho finalmente capito quello chelo Zen e l'arte di manutenzione della motocicletta
mi aveva suggerito, ma che forse l'abitudine di leggere a letto, in piena zona sonno, mi aveva impedito di comprendere appieno. L'ho finalmente capito ma non ve lo spiego, già è difficile immaginareche stiate leggendo oltre la lunghissima premessa fatta da La Redazione.

Mi limito a darvi i riferimenti delle tappe che ho percorso.
Per iniziare vi ri-conduco sul ri-uso, per capire l'importanza che assumono gli oggetti se riusciamo ad estrarne il valore emotivo, se gli diamo la giusta collocazione nel nostro racconto di vita e di esperienze, se impariamo come funzionano e siamo in grado di averne cura, mantenerli efficienti e ripararli, smontarli e reinventarli quando non servono più, donarli :

- www.DepuriAmo.it
- www.CittaDellAltraEconomia.org

Poi affrontiamo il ri-uso della conoscenza, che all'inizio si chiama esperienza e cultura, e che quando la smembri e la ricomponi si accresce, si fa arte e scoperta, nuova, vitale, conoscenza :
- www.EleonaraAlbanese.it
- www.LostAtEMinor.com
(dal quale ho preso, per ri-usarla, la meravigiosa immagine di copertina, opera di Jerico Santander)


E per finire, anzi per cominciare il discorso che approfondiremo in futuro, parliamo del riuso dell'energia, dei raggi del sole riciclati in elettricità dopo averne sfruttato luce e calore. Vi parliamo, in estrema sintesi, dell'unico, necessario, riuso senza alternative: quello del pianeta.
- www.jacopofo.com
- www.solarecollettivo.it


Buon Viaggio a tutti !

Lou Criciet

gennaio 07, 2010

2010 - Più Amore per Tutti

Riceviamo dalla nostra corrispondente dall'Italia e pubblichiamo:
“ La parola simbolo del 2010 e che dovrà accoppagnarci per tutti il nuovo decennio è Amore!
L'italiano, buon cristiano, lo ha sempre saputo quanto sia importante amare. Glielo dicono le sacre scritture, glielo confermano i suoi valori, forse glielo ricorda anche il prete.
Ma quest'anno glielo ha voluto "ordinare" il Potere.
Profetico, Bruno Vespa ci aveva intitolato già da tempo il libro di Natale : "Donne di Cuori - Amore e Potere".
Donne, Amore e potere, ma perchè tener fuori le sacre scritture, i valori cristiani ed il prete ?
A chi vuole un bel discorso completo sui VALORI, sulle donne, sul Potere, sulla Chiesa e sull'Amore, non conviene comprare il libro di Vespa (ma dai...mica ci avete pensato veramente ? ), basta leggere un simpatico Pamphlet, Il Casto.
Si può consultare qui http://bit.ly/59dRoE .
A me lo hanno regalato per la Befana con questo bel bigliettino : - L'anno scorso ti ho regalato "La Casta" ma tu per non farti venire l'ulcera non sei andata oltre pagina 27. Nel frattempo come diceva Flaiano, la situazione politica è diventata più grave, ma anche molto meno seria, quindi quest'anno è la volta de "Il Casto". Dai che sarà un Anno sereno: sono solo 12 pagine e parlano di sesso! -
2010 - Vera C. .

Grazie alla nostra Vera Chronicle per i suoi puntuali aggiornamenti dall'Italia, un paese che forse non è così assurdo come ce lo descrive Vera, ma al quale ci siamo affezionati proprio grazie al modo surreale in cui la nostra inviata ce lo racconta.

Anche noi vi auguriamo un 2010 di amore e con l'occasione La Redazione vi segnala una bella iniziativa presa in un nuovo Mondo Nuovo: si tratta di "de pu ri Amo", un'idea dedicata al riuso e al consumo consapevole e affettivo.
Perchè i prodotti che vogliamo scambiare (dicono loro, e noi condividiamo) sono quelli che ognuno di noi ha in abbondanza dentro le proprie case, dentro il proprio cuore e dentro la propria cassetta delle abilità. Non ci manca nulla, abbiamo tante di quelle risorse e abilità che possiamo nutrire un’intera generazione solo ri-generando quello che già c’è.
Se vi interessa
http://www.depuriamo.it .

Al Prossimo numero!